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In Taggia il29 giugno 2022 si è svolta la relazione dei risultati raggiunti all’interno delle varie azioni intraprese, a conclusione del progetto “Terre del Moscatello” nell’ambito della Misura 16.04 del P.S.R. Liguria 2014/2020. Sono state messe in rete dieci imprese agricole, a partire dal prodotto comune Moscatello di Taggia, con lo scopo di creare relazioni e contratti di filiera tra le stesse aziende e con aziende di altri settori produttivi, artigianali, commerciali, turistici, per la creazione e la promozione di nuovi prodotti e di nuove iniziative.
I rappresentanti della Rete e i vari professionisti che hanno collaborato al progetto hanno descritto il susseguirsi dei vari interventi, a partire dallo sviluppo burocratico dell’iniziativa, per arrivare alle attività di comunicazione, passando per le importantissime attività di ricerca.
Il Dott. Gerbi così ha spiegato: “La misura si divide in due tronconi, il primo è riferito alla ricerca del materiale genetico del Moscatello di Taggia, il secondo alla creazione di un vademecum, un insieme di linee guida per progettare la crescita qualitativa del futuro. Grazie alla misura, abbiamo trovato altre piante oltre alla famosa MA1 identificata esistente e sana, ultra centenaria, conservata in una vigna di Ceriana, le abbiamo identificate come R1 e MU, si tratta di materiale genetico risanato che abbiamo propagato piantandole in campi di controllo che serviranno come base di ricerca per l’omologazione del clone Moscatello di Taggia, attività che richiederà ancora 4-5 anni. È importante sottolineare il valore di questo progetto, queste piante sono ultra centenarie, prefilosseriche, risalgono a 170-180 anni fa, arrivano da un passato lontano, portano con sé un valore enorme, come una antica lettera di testamento scritta da un antenato. Il materiale genetico che stiamo recuperando fa parte della biodiversità di questa zona, la biodiversità è un valore che non sta in piedi e non sopravvive da solo. La biodiversità è lavoro, selezione, propagazione, valorizzazione, studio. Omologare il clone del Moscatello di Taggia sarà un’operazione importantissima. Legare il nome del Moscatello di Taggia alla zona è molto importante per poter dare identità e valore al territorio e alla viticoltura che i soci stanno portando avanti con grande sforzo ma anche con grandissima qualità”.
“La seconda parte della misura – ha proseguito Gerbi – è dedicata allo sviluppo della qualità del prodotto e prevede un percorso condiviso per gli associati alla Rete, un percorso che vuole prendere il valore della biodiversità e soprattutto dello sviluppo della viticoltura che sta avvenendo intorno a questo valore, e portarlo in qualche modo ad un livello qualitativo non più convenzionale ma eccezionale. Per fare questo, grazie alla misura che ci ha consentito di studiare, fare analisi, costruire alcuni rami di ricerca che ci hanno portato a capire molte cose sul Moscatello e sui vini che ne derivano, riusciremo nei prossimi anni a strutturare un percorso di qualità condiviso. Gli associati alla Rete non solo perseguiranno un obiettivo di qualità del vino a livello aziendale, ma dovranno cercare di raggiungere un’idea di eccellenza a livello territoriale. Per fare questo approccio alla qualità – oltre ai parametri di qualità imposti dal disciplinare di produzione della denominazione di origine – dovremmo seguire questo insieme di linee guida che prevede da una parte un miglioramento qualitativo imposto dalla rete stessa sui vini, dall’altra parte un miglioramento qualitativo nell’approccio agricolo e ambientale. Buona parte degli associati oggi ha già – sotto questo profilo – un percorso già segnato, perché molte aziende hanno la Certificazione Ambientale riconosciuta dal Ministero. Porteremo pian piano tutte le aziende su questo piano, perché l’idea non è quella di fare solo un buon vino, perché di buoni vini ce ne sono moltissimi in Italia, ma per emergere abbiamo bisogno di essere eccezionali dal punto di vista del bicchiere, eccezionali dal punto di vista del rispetto territoriale, eccezionali dal punto di vista dell’inserimento nel nostro ambiente. Questi concetti sono stati articolati in alcuni punti che saranno seguiti da ogni associato. Un punto importante di questo vademecum sarà quello del miglioramento costante, ogni azienda si impegnerà nel tempo a incrementare le proprie conoscenze, sia in ambito enologico, sia in ambito agricolo, sia in ambito di sostenibilità ambientale. Tutto questo si affianca al filone della comunicazione che è fondamentale, daremo dei contenuti di livello molto alto, cioè di viticoltura moderna, all’interno di un contesto tradizionale e molto legato al territorio, daremo questi valori e questi percorsi di lavoro alla comunicazione che ci aiuterà a far conoscere ciò che stiamo facendo come Rete e come Associazione di produttori”.