Imperia Porto Maurizio – PRESSAFUOCO
Pizza Ricci 3 – Tel. 351 544 5702 – Chiusura: martedì
Due turisti mi fermano e mi chiedono: “Ci scusi, può indicarci il centro”? Rispondo: “Questo è il centro. Si era di fronte al Teatro Comunale Cavour”; dopodiché, presto attraversata la spopolata minizona pedonalizzata, eccomi davanti a questo edificio che fu l’importante Consorzio Agrario Provinciale, dove mai si immaginerebbe di trovare un ristorante, con ingresso non visibile da 50 metri. E invece c’è, eccome!
Da due mesi. Spingendo il grande portale vetrato, cambia il mondo. Ecco un ritrovo di vita in stile contemporaneo, salvaguardante però ciò che valeva la pena nel palazzo del 1600, fondendo linee e arredi moderni con antiche strutture rigorosamente rispettate, con spazi di design funzionali, moderne illuminazioni a soffitto grandi e circolari, atmosfera linda e solare, musica eterogenea ma di qualità a volume “da gggiovani”. La abbasseranno se poi glielo chiederete.
SERVIZIO: pimpante e capace, vi accoglie con sorrisi e braccia idealmente aperte, vi fa scegliere il tavolo, se con tovaglia o senza (con tovaglioli di carta), sedie comode con cuscino – qualcuna con braccioli. Poi, appena vi sarete installati, “partiranno” con il piede giusto: un cocktail (es: sangria bianca) con diversi apetizer, gratuiti. il buongiorno si vede dall’…arrivo. Altrove spesso vi infarloccano chiedendovi angelicamente “Le fa piacere un aperitivo?” Rispondere SI significa poi trovarsi dai 5 ai 15 euro sul conto: beh, qui non succede.
Il titolare, SIMONE PRESSAMARITI, quasi trentenne, con formazione presso la prestigiosa Alma di Marchesi ed esperienze in Lombardia, Emilia, Marche a fianco di importanti cuochi, è tornato nella amata Porto Maurizio come titolare e cuoco di questo ristorante scegliendo di proporre una cucina primordiale e autoctona del territorio: brace, carbone, fuoco e fumo sono gli elementi che la contraddistinguono e anche il pane e la focaccia sono fatti in casa. Quattro gli ANTIPASTI, tra i quali cito il Filetto di Tataki di blonde aquitaine, foiegras al rum e asparagi viola; oppure la crudité di coquillage e pescato del giorno servito con frutta di stagione e calpiroska. Quattro i PRIMI PIATTI tra i quali il Risotto riserva San Massimo con fonduta di Toma di Pecora Brigasca e sfere di basilico, con o senza lumache di Cherasco arrostite; oppure gli Spaghetti alla chitarra Azienda Mancini con vongole veraci affumicate al legno di limone, crema di prezzemolo e croccante di focaccia. Quattro i SECONDI, tra i quali il Salmone selvaggio grigliato su tavoletta in legno di cedro rosso, spinaci all’italiana con pinoli e uvetta, salsa Bernese e whisky. Quattro anche i DESSERT, tra i quali la Selezione di formaggi di Pecora Brigasca oppure la Focaccia dolce alle olive, sorbetto alle fragole e olive Taggiasche candite.
BEVANDE: L’elenco dei vini comprende una settantina di etichette ben assortite, con simbologie curiose per consentire di classificarli visivamente tutti in due facciate (anticovid docet). C’è anche piccolo assortimento di birre.
PREZZI: Non è previsto il coperto. Antipasti € 16-22 ; Primi € 15-22 ; Secondi e 17-26 – Dolci € 7. Per cui un pasto di tre portate più dessert costa dai 55 ai 77 euro, una ventina in meno se limitando il pasto a due piatti più dessert. Per i vini sono molte le bottiglie sotto ai 25 euro. Considerata la raffinatezza del cibo, le porzioni generose e la originalità dei piatti, in un contesto gradevole e con servizio adeguato, il rapporto qualità/insieme è di prezzo assolutamente conveniente. Ho colto felicità negli occhi di Simone mentre dice: “La prima volta che ho tirato su la serranda di questo antico edificio ho percepito subito emozioni relative a un vissuto passato, ed ho capito che questo era il posto, il mio posto”. Probabilmente diventerà anche posto di chi cerca un ristorante non banale e divertente, che sia anche rispettoso verso il portafoglio dei clienti. Periodicamente organizzano serate con musica dal vivo: chiedete alla prenotazione.