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Badalucco, porta della Valle Argentina, borgo in pietra che in estate è tutto silenzio e frescura, conserva atmosfere rurali antiche ed autentiche, ma si è perfettamente adattato alle tendenze delle attuali ruralità moderne. Fate un giro in paese (che ha più piazzette) e non perdetevi lo spettacolo dei gorghi dell’Argentina contornato da colline verdeggianti che abbracciano il borgo austero, la cui sommità ha persino un alone di mistero… . Poi prendete il viottolino e, a una decina di metri dalla strada provinciale, salite una scaletta esterna che adduce alla porta del ristorante, oltre la quale è tutta una fine boiserie.
Da circa un anno la saletta da pranzo è una unica, a forma di “L” con muri in pietra, soffitti i legno, impianti elettrici con antichi fili a treccia (regolamentari). Una ventina i coperti ai piccoli tavoli, sistemati con tovagliato “della nonna”, curatissimi, con un vasetto di fiori, dotazioni intonse di olio sale etc… e, nel caso, anche il secchiello per i vini che lo richiedono.
L’accoglienza di Ivo Orengo e del figlio Matteo è gentile anzi, premurosa. E’ poi quasi devoto il servizio di Rovena, qui da diversi anni, che non tralascia nulla e non perde un colpo. Per i primi arrivati, i tempi del pasto possono allungarsi un po’, perché la sequela delle portate è eguale per tutti e tende a diluirsi verso una unica conclusione verso il fine pasto: beati gli ultimi… considerato che avranno tempi più brevi ? Il servizio passa, porta, posa sul vostro tavolo il piatto di portata e lascia che vi serviate in libertà, liberi anche di non consumare del tutto una pietanza per vostra scelta, senza che vi “redarguiscano”.
La cucina è quella prelibata di FRANCA LANTERI. I cinque ANTIPASTI di un tempo ora sono più ragionevolmente diventati tre (mi sono un po’ mancate le inenarrabili frittelle di fagioli di Badalucco ed anche la indimenticabile Bresaola di qualche anno fa). Ma ho apprezzato l’Insalata Russa casereccia, così come il Vitel Tonné ed anche il Brandacujun, che qui preparano rispettosi e “proni” alla tradizione ligure.
Seguono dei PRIMI PIATTI “da famiglia”: i ravioli vegetariani con erbette, freschi ed abbondanti seguiti dalle tagliatelle ai funghi che, nei sapori e consistenza, mi hanno ricordato i loro splendidi “Streppa e Lansalà ”. Per quando riguarda i SECONDI ho trovato il Coniglio cucinato tradizionalmente in casseruola e la successiva generosa portata di Rost Beaf. Come DESSERT, il loro classico di sempre è il crème caramel della nonna… Il lauto pasto costa 35 euro.
La carta di ben 350 vini è sorprendente per qualità e scelta ed ha il primo prezzo a 12 euro. Sono molti i rossi piemontesi, sempre a prezzi ragionevoli. Scommetterei che molti clienti tornano volentieri, oltre che per la cucina autentica, anche perché possono bere con cotanta scelta e qualità a questi prezzi. Speriamo che gli Orengo non cambino mai questa caratteristica, perché è noto che è proprio l’oste generoso che fidelizza e moltiplica i migliori clienti e fa le fortune della casa.
Da qualche tempo hanno costruito, in adiacenza alla cantina in pietra, una sala privata, per otto persone di una eleganza e intimità meritevoli: annotatevela per vostre eventuali serate private ristrette in un ambiente rustico di classe.