La recensione: a Noli (SV) Ristorante NAZIONALE

s           Noli – NAZIONALE – Corso Italia 37 – Tel. 019 748 887

E’ un ristorante storico da quando, in tempi di Dolce Vita, intere compagnie di “bon vivant” (perlopiù croupier) lo raggiungevano partendo appositamente da Sanremo….  La carta era intestata  “Chez PierAntoine Antica Osteria NAZIONALE dei Grandi Fuoriusciti” ed era scritta in “lingua madre” (il dialetto di Noli) con traduzione a fronte in “volgare” italiano.

Il tempo non fa sconti e, pochi mesi orsono, la onorata gestione è cambiata di mano. Ma, fortunatamente, migliorando ancora rispetto alla precedente. Giuse Ricchebuono, “chef di lungo corso” ormai da decenni, non s’è accontentato dei riconoscimenti conquistati al suo soprastante Ristorante Vescovado ma,  sovraintendendo a questi fornelli, da lui affidati al giovane e bravo Alberto MORETTI (nella foto), offre una linea di cucina al 100% ligure tradizionale che, in tempi di “rivisitazioni” sono una vera manna, una provvidenziale benedizione, per chi vuole ancora provare le emozioni che può dare il ritrovamento della vera cucina di Liguria, l’afroroso profumo del pescato, il profumo delle erbette e dei fiori… . Così come è piacevole ritrovare un ambiente con antiche foto storiche (non “stanche”, però) , che è stato modificato poco e nulla, rispetto alla precedente onorata gestione. Rispetto alla quale, l’unica “nota blues” da me notata, è stata la mancanza del celebre Liquore Nespolino di fine pasto, “pe bagnaghe i anixin de mae vegia”…come scriveva il fantasioso grande PierAntoine dei tempi belli.

La sala è capace, le due verande vetrate hanno qualche dissonanza di climatizzazione per due ambienti così differenti, ma non è cosa grave, perché riequilibrano prontamente a richiesta. Le mise en place sono di qualità, anche come tovagliato, i pani sono a fette ma caldi e morbidi, l’olio EVO marchiato Testalonga di Dolceacqua, prodotto oggi da Antonio Perrino, m’è parso di inconsueta corposità e densità, negli EVO liguri: ma ne ho trovati anche altri altrove così:  sarà l’annata.

Dei sei ANTIPASTI (12-14 euro) cito  la Capponadda Ligure; c’è poi un piatto particolare, perché realizzato inserendo anche Panissa e olive: il loro mantecato Brandacujun. Dei cinque PRIMI PIATTI (12-15 euro), cito gli gnocchi di patate sì, ma Quarantine, al ragu di pesce e pomodori Cuordibue.  Nonché i raviolini di erbe selvatiche e “tuccu” con grattata di Toma di Pecora Brigasca. Dei SECONDI PIATTI  (20-25 euro) ecco il Cappon Magro della tradizione, il Ciuppin alla maniera di Pierantonio e, l’intramontabile fritto Misto del Nazionale. Nei DESSERT (8 euro) c’è l’antico … Budino con le uova, nonché le loro torte casereccie e, a questo punto, è indicato anche il coperto di 3 euro che, per la verità, m’è parso poco applicato.

La carta dei vini, curata da Martina Ricchebuono, è stata molto potenziata rispetto al passato ed ha scelte a iosa di Liguri Ponentini, ma anche di molti stranieri e di “bollicine” ; non manca, per il fine pasto una scelta di superalcoolici dal Coffey Gin gapponese, fino al Rhum Vieux 1988 della Martinica.

Insomma, riepilogando, è una sosta che è un vero piacevole e ormai raro tuffo nella cucina ligure più tradizionale, realizzata con materie prime perfette, con procedimenti di cucina impeccabili nella loro semplicità con risultati semplicemente splendidi. Una sosta rassicurante, in tempi di fantasioserie di miscugli e alligazioni cucinarie strampalate, sempre più lontane dai desideri della clientela normale, che desidera coniugare seriamente il verbo mangiare, senza peraltro trovare il verbo ….”spendere” all’imperativo.

Luigino.filippi@alice.it – www.buongiornogourmet.it