La recensione: ristorante Locanda QUINTILIO ad Altare (SV)

2019 06 12 - Copia                            Altare (SV) –  Locanda Ristorante QUINTILIO
Via Gramsci 23 –  Tel. 019 58000

Quintilio Una Lunga Storia”, è il titolo del libro della patronne Isa
Torcello che narra del ristorante, dal 1869 al 2018,  gestito oggi
dalla V° generazione. E’ una storia appassionata e appassionante verso  un piccolo mondo antico che, in qualche modo oggi qui vive ancora un  po’ e non del tutto dimenticato.  A partire dalle ricette antiche  rivelate: la  Zuppa di Natale, i Fassini, le Tire, il Riso in Cagnon,  le Grive, il sanguinaccio, la Finanziera, la Zraria, i Crixotti, i
Maccheroni all’ago, la Buridda di stoccafisso, i Crostini di Fegato di
Fagiano, etc etc…

Con la premessa che tutta la pasta e i pani sono fatti in casa, ecco
gli ANTIPASTI (€ 15-30): Tartara di Fassona battuta a coltello tartufo  Scorzone nero nostrano; Fiore di zucchina ripieno cotto a vapore  servito su crema di trombette e Reggiano; Terrina artigianale di foie  gras d’Anatra, marinato al Sauternes, pan brioche caldo, fichi  caramellati alla grappa, con possibile abbinamento di un calice di  Passito o Muffato  (perché non a un Sauternes?). Tra i PRIMI PIATTI (€  15-22)  cito il Riso Riserva San Massimo con formaggi piemontesi, e  fondo bruno (ormai introvabile, fatto “in casa” come qui) con  abbondanza di tartufo nero; sempre ché non si voglia assaggiare il  semplice e tradizionalissimo Minestrone di Verdure, ricetta storica  della casa che fa davvero respirare i tempi della operosa Valbormida  contadina e operaia.  Riguardo ai SECONDI PIATTI, innanzitutto  è da  lodare il fatto che qui si trovi ancora il Carré d’agnello in crosta  di erbe aromatiche liguri, verdure fresche e fondo bruno, sei costine  ben presentate. Ma anche lo stoccafissoo Brandacujun è preparato come  raramente lo si trova: perfetto con patate e paté di Olive Taggiasche.
Come DESSERT (€ 9 -10) c’è una proposta di sei formaggi misti, con
confetture fatte in casa, abbinabili a vini dolci. Tra i cinque dolci
cito volentieri il Goloso al cioccolato fondente Valrhona cioccolato
bianco e sorbetto artigianale al mandarino, abbinabile a un giusto e
perfetto Pedro Himenez 1987.

Il MENU DEGUSTAZIONE è a 45 euro.

La CARTA VINI, circa 600, è un gran bel momento; certo la sua
consultazione su un tablet toglie l’importante piacere di maneggiare e  sfogliare un elenco cartaceo. Ha tuttavia prezzi calmi, come è stato  per il mio Chianti Classico San Jacopo da Vicchimaggio DOCG  2016, che  raccomando.

Concludendo: su un colle di confine tra le Alpi e gli Appennini, la
cucina è quella Valbormidese ligure/piemontese, ma non soltanto. I
tartufi, in stagione, non mancano mai, anche se a precisa richiesta
“Ha tartufi?” minimizzeranno sempre : “Eh, beh, qualcosina”…  In
verità il bianco Tuben Magnatum Pico che si cava da queste parti è di
provenienza sicura e di aroma/sapore perfetto: speriamo che in Valle  smettano di portarlo/denominarlo d’Alba !
Negli ultimi annui il locale è stato riattato due volte, migliorando
l’acustica e tutto ha molta classe, anche il servizio spumeggiante e
“comme il faut”. Se poi volete un tavolo in bottiglieria, beh, c’è
anche quello per 8-12 coperti, circondati da etichette di tutto
rispetto. Non ultimo: dispongono di qualche camera spartana al piano  superiore, che nelle serate invernali di neve diventa provvidenziale.
Luigino.filippi@alice.it.