La recensione: a Ranzo (IM) ristorante MOISIELLO

c    Ranzo (IM) – MOISELLO – Strada Provinciale 453 , n° 103 -Tel. 340 7252199

Ranzo si trova lungo la amena verdeggiante strada Pieve di Teco>Albenga; da Imperia il tragitto è un po’ più breve, diversamente basta prendere verso monte dalla uscita autostradale di Albenga.  Confinante con Vessalico (dove potrete trovare l’aglio). giunti a Ranzo, potrete parcheggiare nell’ampio parcheggio privato ed accomodarvi a pochi metri.  Negli anni ’80 è’ stato uno dei più bei ristoranti di queste vallate; ma il patron lo chiuse tra la costernazione della clientela fedele. Improvvisamente ecco la sua riapertura, grazie al nipote Federico Moisello che, concluse le opportune esperienze all’estero e in locali di rango, ha voluto ridare vita a questa vera istituzione di famiglia… Conservando un certo aplomb inglesizzante che impreziosisce il servizio.

Nel piccolo ingresso resiste, ben curata, la moquette bordeaux con logo e il colore  viene poi ripreso nelle mantovane e altri particolari della sala, risistemata ovviamente secondo i canoni d’oggi. Fermo restando il primo “table habillé” con tovaglia sino al pavimento e candelabro da cinque fiamme che, di primo acchito, da l’idea dell’eleganza che ci aspetta.c L’ambiente più intimo è quello dei quattro – sei tavoli vicino al caminetto d’epoca (in marmo), sempre acceso, con sopra argenterie, un candelabro con candele alte due palmi, una orchidea bianca.c I tavoli sono ben distanziati, le mise en place sono eleganti e comprendono anche un vasetto con Stella di Natale, una vera candela (particolare ormai raro, in un’epoca di lumini o anche di … “niente”).  In tavola stoviglierie di tono, bicchieri “ricamati”, l’olio EVO di Ronco Daniele ovviamente di Taggiasca, un elegante set di sale e spezie, pani e grissini caldi prontamente ripristinati.

Gli ANTIPASTI iniziano con una classica Cima alla Genovese servita in quantità generosa con quattro “panissette” più insalatina e pomodorino: dun piatto da leccarsi i baffi ma che può anche commuovere chi ricorda la pietanza di qualche sua antenata (ligure), così come per le palline di verdura al forno, semplicemente coperte con sugo di funghi.

Dei CINQUE PRIMI (da 7 a 10 euro) cito gli gnocchetti di castagne con zucca gialla locale e Fontina, che sono anch’esse un inno alla semplicità di questa cucina sincera d’antan.  Sono disponibili anche le tagliatelle ai 5 cereali al sugo di cinghiale oppure lo zemin di ceci con puntine di maiale e crostini.

I SECONDI PIATTI sono sei (da 10 a 15 euro), quasi tutti a base di carne; ma c’è anche un trancio di salmone con buona panatura casereccia: ci hanno preannunciato che lo prepareranno rinforzando le dosi di erbette nostrane e quindi migliorerà ancora.  Gli altri piatti presentano il coniglio, il cinghiale, l’agnello, tutti secondo ricette di famiglia, compresa la generosa tagliata di sottofiletto agli aromi di Liguria, ovviamente con patate appena preparate.

Al DESSERT (da 5 a 7 euro) è disponibile la saporita Caciotta sott’olio e, per i dolci, meglio scegliere la degustazione dei cinque della casa, che in questa stagione punta sui cachi ed altre goloserie le quali, servite in quantità da assaggio, formano un piatto ricco anzi, da veri gaudenti se lo accompagnerete con uno splendido bicchierino di NES Passito di Pantelleria (€ 4,50)

La CARTA VINI, con ben 60 etichette e primo prezzo a 15 euro, accontenta proprio tutti, compreso chi vuol cedere ad uno Champagne MILLESIMATO 2002 Lecroix Triaulaire Roman d’Hiver (54 PN /10 Ch/30PM) che, perfettamente conservato, a 53 euro ha un prezzo imbattibile.d

Il fine pasto, con o senza caffè, trova degna conclusione con un assortimento di una decina di dolcetti diversi che accompagnano l’arrivo del conto che, peraltro è … “dolce” anch’esso: 35 euro per quattro portate. E’ aperto dal mercoledì alla domenica, anche d’inverno: probabilmente richiama più foresti a Ranzo che non gli enti preposti al turismo.

Luigino.filippi@alice.it