Ristorante Albergo SCOLA – Via Pennavaire 166
CASTELBIANCO (SV) – Tel. 0182 77015 – www.scolarist.it
Per circa una dozzina di chilometri tra la A6 e Castelbianco, da non percorrersi assolutamente “a randa”, ammirerete un verdissimo fondovalle dagli umidori che preludono all’approccio di una cucina invernale di valle. Giunti allo spiazzo dell’albergo, giustamente famoso anni fa per le sue fungate autunnali, c’è un capace parcheggio dal quale la sera una illuminazione strategica rende molto suggestiva la magione in pietra splendente nel nero buio dei dintorni.
All’ingresso il caminetto sempre acceso spande profumo di casa e l’atmosfera continua accedendo all’ambiente adiacente dai soffitti con travi in legno. La sala da pranzo, che definirei rustica per i suoi mobili concreti e solidi, è anche “francesizzante” per i colori bordeaux dell’insieme. Le mise en place sono curate, con candide tovaglie ricadenti fino al pavimento, una vera candela a ogni tavolo, le cristallerie sono di pregio e le stoviglie ricercate (ma capienti). In tavola una bottiglia di ottimo EVO di Taggiasca Armando Garello di Nasino.
Passiamo alla carta, che inizia con lo scritto: “Raramente nella nostra cucina inventiamo qualcosa, raramente attizziamo tecniche di cottura futuristiche, molto spesso invece riprendiamo piatti dimenticati ma che sono sempre stati qui vicino a noi … anche per questo il nostro cucinare mette sempre PRIMA la MATERIA che ricerchiamo con ostinazione. Oppure a cercare quegli uomini che ogni giorno costruiscono qualcosa di buono nella speranza di proporvelo senza troppo rovinarlo. Il ristorante Scola ci mette il cuore”.
Dopo una tale impegnativa premessa ecco elencati CINQUE ANTIPASTI (€ 15-18), dei quali, in questa stagione, cito l’uovo al tegamino, tartufo nero e nocciole e spinaci; oppure l’ottimo Coniglio in saor e funghi.
I PRIMI PIATTI (€ 18-25) sono cinque, tra i quali lo gnocco di ricotta, pesto di lattuga, arancio candito, puntarelle e Taggiasche; oppure i cappelletti di manzo, tartufo bianco, mela caramellata e consommé. Va da sé però che, in questa stagione, finita la Fiera di Alba, è il momento giusto per ordinare un piatto di tagliolini con tartufo Bianco d’Alba, dal prezzo variabile in base alle quotazioni del giorno, ma sempre inferiore rispetto ad altri concorrenti..
I SECONDI sono quattro (€ 20-24), tra i quali cito il maialino cotto a bassa temperatura, crema di topinambur scalogno al vino rosso; oppure il cervo con crema di castagne e tartufo nero.
Sono quattro anche i DOLCI, tra i quali il Cheese Cake e pere in diversi modi; oppure cioccolato, ganduja e crema al latte, che chiude classicamente.
Il cuoco/patron è Maestro di Cucina (tiene docenze alla Carli di Imperia, ad esempio), dimostrando che la l’entusiasmo ai fornelli conserva la voglia di intraprendere; tanto che egli non ha esitato ad affiancarsi un cuoco proveniente da Montecarlo dall’ottimo curriculum. Il risultato? Un locale ancora più “ganzo”, con la cucina “forwardata” verso la mediterraneizzazione, ma senza “rivoluzioni”; il tutto con competenza e maestria e qualche “frizzo” innovativo invitante. Ciò può giustificare i nuovi prezzi che, ammettiamolo, erano molto bassi fino a sei mesi fa? Essi comunque restano a livelli tra i più convenienti della costa ed ho trovato anche un MENU DEGUSTAZIONE di sette voci a 45 EURO che qui riproduco: 1) Aperitivo al calice – 2) Capasanta scottata e steccata, sedano rapa e barbabietola – 3) L’orto nel piatto – 4) Fusillone Monograno Felicetti, Caciopepe e crema di ricci di mare – 5) Trota coriandolo, tuberi e radici in carpione – 6) Intanto che cuoce il dolce – 7) Soufflé di cioccolato e tartufo nero.
Esiste anche un altro MENU “ENTROTERRA” a 38 EURO che offre cinque voci, tra le quali: -la Battuta di capriolo, lavanda, salsa tartara di soia frutta invernale e noci; – il Risotto di zucca, capperi, carciofo e caffè; – lo Stracotto in 48 ore con patate, carciofo e schiuma di birra.
La carta vini , un mirabolante tomo di 5 centimetri di spessore rilegato in pelle, merita molta attenzione per ricchezza di scelta sia di italiani che di stranieri. Nei rossi “di base”segnalo un Damilano” Marghé – Langhe DOC Nebbiolo 2014.
Il servizio svolto dalla famiglia è ben presente ed è quasi impossibile resistere allo charme della patronne ed alla distinta bonomia del figliolo, pronti ad assecondare e prevenire i vostri desideri, non “infarloccandovi” con false leziosità, ma quasi calandosi nei vostri panni, senza “ninnarvi” con pistolotti: questa è la vera ospitalità.
Luigino.filippi@alice.it