“Anche a voler essere cauti, non si può non rilevare come in Francia ci siano locali con una stella che sono poco più di bistrot o con cucine che i Nas farebbero chiudere subito se fossero in Italia. Come non si può non ricordare che in Giappone molte stelle sono assegnate a sushi-bar che non hanno nemmeno tavoli a sedere o servizio di sala. Tutto sarebbe anche giustificabile se la Michelin accettasse di valutare con onestà la situazione e assegnasse delle stelle anche alle pizzerie. Ma la pizza è bannata dalla Michelin perché se aprisse quel fronte (che in realtà a Hong Kong è stato infranto con la stella a una pizzeria italiana) il primato francese nel numero di locali stellato sarebbe spazzato via in poco tempo. Se già non è uno specchio della realtà il fatto che in Italia ci siano solo 10 locali con 3 stelle (dovrebbero essere almeno il doppio), diventa un’autentica distorsione la penalizzazione di tutti i locali che hanno un forno, e che magari alle pizze abbinano anche piatti di alta cucina. L’edizione 2019 poteva essere quella in cui la Michelin cercava di recuperare credibilità e fiducia. Ha invece scelto ancora una volta la strada della chiusura pregiudiziale e ora non le resta che proseguire su quella delle marchette, con le sue iniziative commerciali sul web dei locali che pagano per essere promossi. Alla faccia di una guida che pure potrebbe essere davvero il punto di riferimento più serio a livello internazionale” Lo ha scritto il direttore di Italia a Tavola, un sito al quale vi rimando per altri dettagli. Potrebbe anche essere l’occasione per scoprire un sito interessante se ancora non lo conoscete…