. Pigna – RISTORANTE Locanda COLLE MELOSA
. Colle Melosa – Tel 0184 241032
. Coordinate geografiche: 43,98930 N 7,68388 E
E’ a 1545 metri slm, e circa 1 ora di strada dalla Via Aurelia, sia salendo da Arma di Taggia verso Molini di Triora (con strada ombreggiatissima), sia salendo da Camporosso Mare verso Pigna (con strada più soleggiata e vegetazione cangiante di un certo interesse). Val la pena di percorrerle entrambe, una all’andata e l’altra al ritorno per gustare, dal Colle della Melosa, l’ambiente più dolomitico dell’intera Liguria. Il ristorante è l’emblema del locale da “resistenza umana”, visto che in inverno la neve li avvolge facendoli confinare con le piste da sci di fondo. Tre generazioni della famiglia Borfiga, dal 1952, tengono aperta la locanda estate ed inverno. In estate la temperatura da queste parti è inferiore di 10 gradi rispetto alla costa. Il locale, completamente ristrutturato nel 2010-2011 ha due sale; quella con caminetto è di maggior atmosfera, anche grazie alle pareti in legno, le applique sempre e tutte accese anche a mezzodì a lato di ogni finestra con tripli vetri e vista su conifere secolari. Sopra al caminetto compaiono degli disegni simpatici. Il tovagliato è spartano e le stoviglierie sono in linea all’insieme, ordinato, lindo e curato. In tavola non manca una bottiglia di ottimo olio EVO di Roberto Rebaudo di Pigna. I tavoli bastano per circa una trentina di coperti. La clientela, anche la domenica a mezzodì, principalmente di famigliole indomenicate, non si abbandona alle festevolezze dei molti locali di campagna e, incredibilmente, neppure “uotzappano” né “feisbuccano”: si direbbe che i telefonini non “prendano”. Infine, non c’è alcun odore di cucina (nell’entroterra non è sempre così).
Alla carta, superata la nota del coperto a 2 euro, la scelta è tra gli ANTIPASTI assortiti (9 euro); nei PRIMI (8 euro) ecco i ravioli alle erbe alpine con burro e salvia cotti al punto giusto con un Parmigiano grattugiato al momento, oppure le farfalle al pomodoro per i palati più pigri, oppure gli gnocchi in salsa di noci, che in realtà sono Maloreddu al dente (la patronne/cuoca è sarda). Seguono piatti del territorio, come i quattro SECONDI (12-14 euro): il Capriolo e polenta, oppure le costine di agnello alla griglia, oppure il coniglio alla ligure, la capra con i Fagioli di Pigna e ricalcano ricette che qui vengono collaudate dalla metà dal secolo scorso, ma i piatti non risultano “impegnativi” come “ai tempi”, essendo stati “aggiornati” agli stomaci d’oggi e non si apparpigliano con complicanze estetiche. I DOLCI sono davvero preparati in casa, con offerta ricca: una morbidissima (e non troppo asciutta) torta di mele, oppure una meringata, oppure il creme caramel, oppure lo strudel o, ancora, i sempiterni Cantuccini con vin Santo che chiudono sempre degnamente un pasto. Oltre che alla carta si può scegliere il MENU DEL BUONGUSTAIO, illustrato a voce, di sei portate e caffè a 32 euro. Esiste anche un MENU BAMBINI a 15 euro. Il servizio va e viene solerte e capace, gentile e disponibile, anche nel servirvi il vino. In carta vini compaiono 12 etichette liguri e piemontesi, dai 10 ai 16 euro, più 4 offerte di mezze bottiglie e caraffe. Al mezzodì, in previsione di gite impegnative nei dintorni, una buona risorsa può essere il simpatico fiaschetto di Chianti da ml. 500, a 8 euro. Insomma, a un’ora dal mare, un piacevole frizzo di frescura e un locale che coniuga bonomia signorile e buona cucina di tradizione e che, a fronte di una accoglienza calorosa, ha addizioni fortunatamente soltanto tiepide. ( luigino.filippi@alice.it)