La recensione: a Imperia ristorante Dalla Padella alla Brace

dalla padella alla brace - Copia                         IMPERIA Oneglia –  Dalla Padella Alla Brace

Via Ospedale 31 – Tel. 0183 294159

www.dallapadellaallabrace.com

Nella zona pedonale a pochi metri dai riparati portici sabaudi di Oneglia, le suggestioni della carta di questa trattoria sono esposte ancor prima dello scalino che immette nel locale: “Menu degustazione: 1) Brandacujun, 2) Troffie al pesto, 3) Pesce al forno. Totale 25 euro”! Molti passanti prenotano, io tra questi, per la sera stessa, quando non ci sarà problema di parcheggio nei dintorni. Ecco quindi un ambientino da apprezzare senza fretta, moderno, quasi spartano, gradevolmente informale e accogliente, con soffitto in legno e pavimento in parquet scuro. Le sale sono due più uno spazio esterno coperto e sono quasi sempre complete di eterogenea clientela locale che viene qui anche nelle serate di meteo avverso, ma anche di qualche straniero come quello che stasera è entrato domandando: “Can I eat brandacujun?!”. E’ quindi prudente prenotare sempre. Appoggiato il giubbotto alla comoda sedia, trovo al tavolo una lastra di ardesia grezza che si direbbe sostituisca la tovaglietta che vedo ad altri tavoli, c’è anche  un set per olio-aceto-sale-pepe e, appena seduto, eccoli pronti a servire l’acqua e anche un generoso cestino con pane e focaccine calde calde, rincalzate più volte senza attendere che terminino  anche le fette di pane (non come quasi tutti i ristoranti liguri nei quali, se non finite il dissuasivo pane a fette, “potete morire” , oppure anche abbronzarvi se c’è il sole, prima che vi portino altra focaccia. I piccoli tovaglioli color bordeaux sono sintetici ma resistenti.

La rassicurante sosta è completata da un’accoglienza garbata/spigliata insieme e da un servizio che non perde un colpo ma non vi assilla.

Il grill troneggia nella sala “di là” e la sua carta prevede sette titoli, a partire dalla bruschetta con pomodori basilico origano, formaggio e Taggiasche  (€ 4), seguita da altre sei proposte di carni, formaggi, vegetali, dagli 8 ai 18 euro; questi ultimi necessari per la grigliata mista di carne, salsiccia,  pezzi pregiati di Fassona della macelleria La Granda o Oberto-Alba, senza che manchino anche alcune rostelle. Nella carta “normale” sono invece disponibili: Brandacujun, tapenade e pane Carasau (€ 10), ma anche un vegetarianissimo flan di broccoli e fonduta di Brigasca o Toma d’alpeggio (€ 8). Le porzioni sono generose anche nei sei primi piatti, tra i quali un minestrone alla genovese “da nonna” (€ 9), oppure gli gnocchi alle Vongole Veraci (€ 14); nel caso c’è anche pasta senza glutine con condimento a scelta. Nei secondi c’è in carta il polpo, annunciato cotto a bassa temperatura, ma rosolato in padella e servito su bietoline sbollentate, passata di Fagioli di Conio e salsa rossa piccantina (€ 15). Nelle carni il coniglio alla Ligure stufato al Rossese e patate al forno è servito disossato (€ 13). nIl menu degustazione invece non prevede il dolce: basterà aggiungerlo (€ 6).

Per i vini, al “ping” “Non avete vini stranieri?” il “pong” è stato pronto: “Riusciamo a lavorare tenendo solo italiani”.Tieh! Guarda qui, ben  cento etichette disponibili con  ogni scelta. Anche cinque a 9 euro e molte altre, ben assortite, che hanno prezzi “calmi”. Qualche particolarità? Un Petit Manseng igt del Casale del Giglio (€ 16),  un Aglianico Taurasi “Albertus” docg a 30 euro e infine anche due vini Vegani, di Teo Costa a 17 euro.

La clientela è solitamente calma e mi pare non annoveri i soliti rumorosi boccaperta “magni-loquenti” da trattoria. Definirei la casa un “cenacolo rilassato” per golosi, cultori anche del buon vino, comodo, in pieno centro, che invita a uscir di casa, o anche a fermarsi qui per chi esce tardi e stressato dai molti luoghi di lavoro dei dintorni, per ritirarsi poi “rigenerato” da una buona cena a prezzi da amici.