Castelvittorio – Ristorante ANTICHE TERME
Via Madonna Assunta – Tel. 0184 241 046
E’ una valle che da sempre ha il suo carattere un po’ montanaro, dove Pignaschi e Castelluzzi ancora oggi non sono ancora giunti del tutto a reciproca amistanza. Delle due “anime” quella più “illuminata” nell’ultimo secolo ha portato i suoi nativi più bravi far fortuna e far fare fortuna a Montecarlo. Al confine con Pigna questo ristorante/albergo familiare è uno dei casi di perfetta integrazione che, dagli anni ’50, tiene alta la bandiera dei Lanteri, scafati anfitrioni dell’ospitalità. Ma la casa non dorme sugli allori e, con piede fermo nel rispetto della tradizione, ha recentemente rinnovato gli arredi: in sala ormai sono sparite le tovaglie gialle a quadri e ovunque domina il candore del bianco, salvo che per due storiche pareti in pietra di fiume “salvate” e conservate immutate. Un’antica credenza separa la sala dall’angolo bar verso la cucina, da un massiccio tavolo rotondo a centro sala con una preziosa tovaglia in pizzo regge una pianta e pentoloni di rame e ad ogni tavolo c’è un fiore, bianco anch’esso… Non manca una sala privé per una ventina di convitati.
La carta cibi mette in prima pagina due menu Degustazione. Quello a 32 euro comprende la lunga serie di assaggi di antipasti tipici della casa, n° 2 assaggi di primi piatti di pasta fresca, le golosità a scelta dal carrello dei dolci. Il Piccolo Menu da 22 euro prevede invece un primo di pasta fresca, il coniglio alla Ligure con salsa al Rossese e Taggiasche e un dolce. Scegliendo alla carta si può spaziare su uno dei sette antipasti (€ 8), come i Barbagiuai (ravioli di zucca fritti), oppure sui “Previ” (lattughe ripiene (€ 9). Sette i primi (€ 9-12) per assecondare la voglia di Fagioli Bianchi di Pigna (€ 12) oppure puntare sul “Gran Pistau” (minestra di grano e/o farro (€ 9), oppure su uno degli altri quattro piatti di pasta fresca. Il trionfo di questa cucina si poi ha nei sette secondi (€ 11-12) con l’agnello da latte alle erbe aromatiche cotto in forno, il coniglio alla Ligure, lo stufato di capra e Fagioli di Pigna. Per i dolci dal carrello c’è da sbizzarrirsi fra tre torte caserecce e altre dolcezze al cucchiaio (€ 5). E’ un ristorante che, fermo nella tradizione, è però attento da decenni ai gusti e tendenze dei tempi, finendo per coniugare classe nella semplicità d’insieme. E che ha prezzi tanto onesti che ho sentito un giovane che rassicurava gli amici: “Oh, qui andiamotrà!” Tradotto: “Qui andiamo tranquilli.”
Il servizio, all’altezza di ogni situazione, coniuga sorridente efficienza e gentilezza, pur con velocità da … football. In cantina (un po’ fredda d’inverno) coabitano 175 belle etichette, locali e non, a prezzi da amici, con pagine titolate in maniera inconsueta, ovvero in base al prezzo: 24 vini bianchi e rosati (€ 15-36), 8 vini rossi (€ 10-16), 20 rossi (€18-25), 40 vini rossi (€ 26-45), 13 vini rossi (€ 50-90 ero. 30 rossi liguri (€ 10–30) e 15 rarità di Rossese (€25-30) danno infine euforia per la loro particolarità. Non mancano ben 25 vini dolci Passiti e da meditazione (€ 12-75).
Novità: da questo fine ottobre hanno iniziato le loro serate a tema: la prima è stata con un concerto jazz da fine cena in poi, con l’infaticabile quartetto “JAZZ4”, (piano, ottoni, contrabbasso, batteria, tutti bravissimi) che ha concluso alla grande la serata del mio passaggio.