“Florilegio di commenti sulle Guide ai ristoranti 2017: scopri chi l’ha sparata più grossa“
.E’questo il titolo di un articolo con il quale Antonio Tomacelli (*) ha voluto riprodurre alcuni commenti sulle Guide di Ristoranti fatti da “Enzo Vizzari, Claudio Sadler, Dina Vignola, Antonio Scuteri, Lorenza Fumelli, Adriano Aiello, Carlo Buffoli, Clara Barra, Alfonso Isinelli, Nicola Cavallaro, Lido Vannucchi, Chiara Giovoni, Giancarlo Maffi”.
Ne cito qualcuna, lasciando agli interessati la possibilità di leggerle tutte sul seguente sito: www.intravino.com
“Calcolando quei 3/400 premiati per ogni guida, restano senza uno straccio di diploma, un cappelluccio o una forchettina solo il mio fruttivendolo e il gatto qui presente sulla scrivania. …
Ho il sospetto che “l’auspicata” sinergia tra cuochi e critica non si stia concretizzando.
– Giornalisti e chef non dovrebbero essere amici. – Esatto! Solo duelli all’alba dietro i vari Conventi delle Carmelitane.
È indubbio che è assai complicato muovere critiche negative se si è “amici” o peggio non si paga.
Poi la storia del pagare (al ristorante), mi fa ridere sinceramente. Non esiste il critico di professione, con lauto stipendio e rimborso annesso. Siamo Seri.
In Italia il mestiere di critico, con poche eccezioni, non esiste. E la questione economica è alla base. Ci sono i non moltissimi stipendiati e chi unisce passione e scrittura, ma con scarsissima pecunia, facendo altro nella vita. E fa la differenza tra l’Italia e il resto del mondo, dove i quotidiani e i periodici hanno il loro critico che quello fa di mestiere. E si investe nell’editoria di settore, cartacea e online. Qui si tagliano i budget…
Il dato di fatto è che le guide sono grandi alleati o grandi nemici a seconda di come si pongono nei confronti dei ristoratori. Oggi più che mai il successo di un locale è legato strettamente al giudizio favorevole delle guide. Questo non è assolutamente equilibrato.
Ecco il problema secondo me. Molti interpretano i cappelli così: 5 sei er mejo 4 sei quasi er mejo 3 sei bravino ma manco tanto 2 se proprio devo 1 a ridicolo! Ecco, non è così. Per niente.
La verità è che i cuochi hanno seriamente un ego grande. I critici un grande ego. Quello che mi chiedo è: a far la differenza è sempre ciò che si mette nei piatti? O sono gli uffici stampa, le conoscenze e i giri giusti? Ci sono numerosi e talentuosi cuochi che non sono riconosciuti per quanto meriterebbero. Ce ne sono altri che strameritano e sono giustamente riconosciuti. Ma tra gli ultimi e i primi c’è un grande mare costituito da P.R., uffici stampa e lobby varie. È così nella nostra Italia e in molti altri paesi. Ho delle mie convinzioni in merito. Forse sbagliate ma non sono così sicuro. Anzi non lo sono affatto.
(*) Antonio Tomacelli: Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova. ”