La recensione: ristorante L’Erba Gatta a Triora

8 8 2016 (12) - Copia                                        Triora L’ERBA GATTA

Via Roma 6   –  Tel. 0184 94392  –  www.erbagatta.it

In calce al nome del locale c’è un corsivo: ”Vino e Cucina a Triora”. Un comune riconosciuto nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”. Nella prima pagina della carta è anche riportato uno scritto della poetessa Alda  Merini: “A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti, dove la  gente culmina nell’eccesso del canto, a me piacciono le cose bestemmiate e leggere e i calici di vino profondi, dove la mente esulta, livello di magico pensiero”. Se ne conoscete una ditelo anche a me! A dire il vero, io trovo qui una luminosa terrazza leggiadra, apparecchiata con garbo, accarezzata dalla lama dell’ultimo raggio di un romantico tramonto sulla distesa delle montagne verdi che “reggono” le severe rocce dal Toraggio a Cima Marta. 8 8 2016 (1) - CopiaNon trovo trucide bestemmie e, purtroppo, neppure i canti salutari e liberatori dei “finecena” chiamati “ribotte” sino agli anni del dopoguerra.  Tra le 61 bottiglie diligentemente elencate in carta ( a prezzi da amici),  trovo anzi e persino un Vino di Ghemme 2006 Torraccia del Piantavigna che, quello sì, mi ricorda una sorta di sua  ode del grande Gino Veronelli, che fece il giro del mondo, tanto che ne venni a conoscenza nel ’99 addirittura all’Acquerello di Saint Francisco.08 08 2016 (9) - Copia

Gli avventori rilassati, di passaggio, molti con idiomi stranieri, attendono pazienti nell’attiguo belvedere della piazzetta il liberarsi di un tavolo, senza premere: sanno che oggi è giornata di alta stagione.

Il cuoco/patron Giovanni Nicosia, dopo anni di esperienze anche all’estero (che testai per la prima volta nel suo ristorante IL RIGOLO di Corso Mazzini a Savona ante anni 2000 direi), oggi s’è accasato qui e tiene alta la bandiera della Buona Cucina su questi “avamposti” in quota nel Ponente Ligure. Con i funghi e i prodotti locali lui fa chilometro zero , e per i clienti fare una trentina come gita dalla movida rivierasca non è un problema: ormai molti, soprattutto le famiglie prediligono la calma delle valli e delle montagne liguri, gli ambienti non impegnativi, il servizio familiare senza leziose enfasi né adulazioni di maniera, che tenga dietro alla semplicità della cucina della tradizione, servendola però in quantità giusta, anzi da cuccagna. E senza che, leggendo i prezzi, passi … l’appetito.

Ecco che c’è scritto nell’ordine sulle tre lavagnette: Salumi sott’olio(€ 7), Brandacujun(€ 9), ravioli pomodorini e maggiorana( € 9), tagliolini trombette e basilico(€ 9), agnello nostrano alle erbe(€ 13), vitello croccante(€ 12), toma Brigasca al forno(€ 9), verdura alla piastra(€ 9), lumache(€ 13), alucce di pollo al limone(€9), costine di maiale al miele(€ 10). In quella dei dessert compaiono panna cotta, gelato con caramello, torta cioccolato, mousse al torroncino, a scelta a 4 euro. Coperto 1 euro. C’è anche una Carta Pizze. In tavola non manca una pregiata bottiglia di Olio Roi di monocultivar Taggiasca con tappo regolare antirabbocco.08 08 2016 (22)

Dimenticavo di descrivere l’ambiente: la volta del pergolato è in cannicci (protetti contro la pioggia), il pavimento in pietra a vista, i tavoli hanno funzionali sedie in metallo, le tovagliette sono in carta con simpatici disegni riproducesti il borgo, 08 08 2016 (12) - Copiai tovaglioli sono sintetici, la posateria è inox. In tempi di garruli abbuffini ad apericene, aperipranzi in pizzoranti, polpetterie etc …, che bello sedersi tranquillamente in un locale che coniuga tradizione, garbo e accoglienza calorosa, ma con addizioni fortunatamente solo …tiepide!