Montegrosso Pian Latte OSTERIA DEL RODODENDRO
Via IV Novembre 4 Tel. 0183 752530 – 329 3429028
Samperi, gea, spinassu, scarola, buraxi, autrighe, menta, erba amara, erba pera, erba maria, feuie de rava, feuie de lampara, canta galletti, erba gianca, cresciun campanelle, engrari: il dialetto dell’Imperiese somiglia all’arabo: questi sono i nomi dialettali delle erbe selvatiche che compongono la Raviora di Montegrosso Pian del Latte, ricetta codificata con una De.Co. E’ un piatto che potete trovare anche in questo ristorante da resistenza umana, per dirla alla Massobrio, ovvero un sito dove gli umani resistono e salvano una zona amena meritevole rendendola fruibile. Grazie alle superstrade verso il Colle di Nava, si arriva in questo mondo lontano anni luce dall’animazione costiera in una sola mezzora, con l’ultimo tratto di strada completamente coperto da gallerie di vegetazione ombreggiante e poi contornato da orti e vigneti, qualcuno ancora irrigato a beodo (un canaletto sulla nuda terra come 2000 anni fa).
Vicino alla chiesa, ecco la casa in pietra di tre piani con la variopinta insegna “Bistrot di Paese”. Al piano terra c’è il bar e la cucina, al terzo piano la sala giochi per i piccoli (che “salva” la quiete della sala ristorante). Al primo piano ecco il ristorante, con manifesti e foto storiche alle pareti, due salette divise da un tavolo centrale con pizzo all’uncinetto; le tovaglie sono gialline e di stoffa consistente, i tovaglioli sintetici, i fiori perenni, la posateria inox, le stoviglie moderne, i bicchieri pregiati. L’accoglienza il servizio sono pronti, gentili e anche … atletici, viste le scale tra la cucina e la sala.
Al tavolo, subito dopo il cestino di pane caldo (di lievito madre) ecco gli antipasti misti della casa, consistenti in crema Aié, involtino di melanzana, schiacciata di trombette, bocconcini di coniglio croccante, torta di patate, cestino di funghi porcini e patate novelle. Tre i primi piatti ovvero le Raviore (come sopra) all’Extravergine d’oliva, oppure gli gnocchi di castagne ai funghi porcini, oppure i tagliolini di semola al ragu di coniglio. Nei secondi, del vitello di Ormeao usano la parte più pregiata della coscia, il Magatello, preparato con bacche di ginepro; offrono anche le bracioline di agnello impanate, oppure le lumache al profumo di menta. Come dessert a mio avviso “vince” il Poker dei 4 formaggi locali, serviti con coltello in ceramica, ma si può ovviamente optare per uno dei tre dolci, il budino al forno, il gelato di castagne, il bavarese alla menta e fondente.
Sono una cinquantina i vini in carta, da 8 euro a 23 euro, quest’ultimo prezzo è quello di una sorprendente bottiglia di Due Luglio brut rosé 2013 Tenuta Maffone, uno Spumante che, sissignore, mi dicono derivante da uve di Ormeasco, con gradazioni di soli 12°, ma di corpo adatto anche a un tutto pasto, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Il conto non necessita dei loro pur ottimi digestivi al limone, al lampone, grappe etc…, in quanto basta prepariate 25 euro, compreso il loro Vino Rosso del Rododendro e ne uscirete sazi, felici e contenti, verso il silenzio del borgo che, di questi tempi, la sera segna temperatura sui 18 gradi e che merita una visitina.