La recensione. Ristorante La Cucina a Santo Stefano al Mare

Santo Stefano al Mare  – LA CUCINA – “Cose bone a l’antiga”

Piazza Cavour 7   –   Tel. 0184 485040

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Nei secoli, il borgo, pur senza neppure un abbozzo di porto, ebbe bei nomi nel mondo della marineria e qualche attività di pesca. Poi con la floricoltura immigrarono dagli anni ’50 in poi dei formidabili lavoratori. I loro figli misero a profitto i sacrifici dei padri, stemperando la secolare “liguritudine” con modi più aperti e facendo evolvere la cittadina come méta di un turismo eterogeneo. Nel quale non mancano anche dei bei nomi che, rigorosamente rispettati nei loro desideri di anonimato, lasciano i loro affanni nelle nebbie e vengono qui a godersi, senza “glamoureggiare”, il mare e la semplicità dell’insieme. Come un tempo i “Signori” in Riviera d’inverno. L’estate la “musica” diventa un’altra, ma è in questa stagione che anche “La Cucina” rientra in questa “filosofia” di buon vivere. Il cibo qui è semplice (ma non banale), l’accoglienza e il servizio sono familiari (ma non grossolani)…. Proprio sulla piazzetta dietro alla chiesa, una saletta interna, accogliente, con pochi tavoli più un rusticissimo dehor ben protetto (e riscaldato d’inverno) hanno arredo minimalista, mise en place dignitose, lucette ai vetri pour ” faire la fète” come diceva una coppia di francesi vicina al mio tavolo.

Il cibo? La carta è in dialetto con … sottotitoli in italiano, collaudata da anni, ma che dico, da lustri! A parte la gettonatissima zuppa di muscoli, negli antipasti, è imperdibile la generosa insalatina di gamberi con Grana e rucola, è servita in quantità seria. Nei primi “imperano” le loro paste fresche, tra le quali da anni trovo le Picagge Matte (pappardelle di farina di castagne fatte a mano condite con pesto fagiolini e patate. Ma sono ragguardevoli, con i frutti di mare, anche le lasagnette di borragine “cun u pesigu” (con il pizzico) fatte a mano anch’esse. Il pescato è di mare aperto e, occasionalmente solo nel caso di … cattivo mare, può essere servito del pesce fresco di buona itticoltura (in questo caso costerà 5 euro l’etto anziché 6). Cito la frittura fresca di pescato locale, la grigliata mista e, il particolare pesce cotto sulla piastra d’ardesia. Nei dessert, rispetto a proposte abbastanza abituali, spicca la Spungata, un ottima torta un po’ invernale del Levante Ligure, che non ho mai trovato a ponente di Chiavari e che val la pena di assaggiare.

La carta vini ha una settantina di etichette, tra le quali non manca mai uno Champagne abbordabile (40 euro). Prezzi: alla carta due piatti più dessert costano sui 35 – 40 euro. Esistono anche dei menu a 20 e 26 euro al mezzodì.

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