Un ristoratore elenca alcuni piccoli (?) errori che fanno la differenza.

su Dissapore un ristoratore scrive:

… omississ …

Piccoli drammi quotidiani,hanno spesso origine da negligenza, scarsa esperienza o semplicemente menefreghismo.

Tutti presi dal seguire le mode, i corsi di comunicazione e le recensioni on line, i ristoratori prestano meno attenzione ai piccoli particolari che, se ben curati, possono fare la differenza e migliorare l’esperienza dei clienti.

Sono molti, dalle prenotazioni ai menu tradotti come capita, ma oggi vediamo insieme questi 10.

1. Posacenere all’ingresso

Ora, a meno che non si voglia partecipare alla Biennale di Venezia nella sezione delle sculture decadentiste postmoderne, diciamo che è meglio evitare quei vasconi pieni di sabbia dove i clienti affogano nervosamente il mozzicone mentre aspettano il loro secondo.

I posacenere a scomparsa, da tavolo o da terra, sono stati inventati proprio per mantenere un certo decoro.

2. Portamenu vintage

Siamo tutti d’accordo che il classico librone con le pagine plastificate è la soluzione più comoda per presentare la propria offerta. Dobbiamo però fare in conti con il tempo che passa: sfogliare plastica giallognola e appiccicosa non è la cosa più invitante prima di un pasto.

E, se vogliamo fare quelli avanti che propongono un menu anche per i vegani, la copertina in pelle potrebbe costarvi più cara che rifare tutti i menu.

 

3. Toilette poco curate

 

Senza toccare il tasto della pulizia, spiegatemi, cari colleghi, perché non accendiamo il riscaldamento in bagno. Da cliente mi è capitato più volte di apprezzare ottimi piatti caldi e di dovermene purtroppo liberare appena varcata la soglia dei servizi.

Vogliamo risparmiare a tutti i costi? Ok. Perlomeno attiviamo l’acqua calda.

E, vedi il discorso del ragazzo in prova, non stanchiamoci mai di controllare sapone, asciugamani e soprattutto la carta igienica.

4. Abuso del palmare

A meno che non dobbiamo gestire decine di tavoli, se la sala è semivuota regaliamo un po’ di umanità ai nostri clienti e torniamo al caro vecchio bloc notes. Possiamo sempre inserire la comanda nel computer in un secondo momento.

Ancor di più se a prendere l’ordinazione mandiamo lui, il ragazzo in prova. Nulla è più fastidioso per il cliente affamato di un imbranato che impiega venticinque minuti per capire come inserire “tagliata al sangue”.

 

5. Cestino del pane infelice

Quattro coperti? Quattro fette di pane basteranno sicuramente! (pensa sempre lui, il ragazzo in prova). Il pane, a mio avviso (e non solo, chiedete in giro), è il biglietto da visita del ristorante. Più florido e variopinto è il cestino, più allegra sarà l’attesa delle pietanze.

Se proprio non riusciamo a produrre in casa pane e crostini vari, in commercio esistono comunque buoni prodotti pre-lievitati pronti per la cottura. E attenzione anche a ciò che ci mettete sotto. Sì, parlo proprio di quei tovaglioli che non lavate dal 2003.

 

6. Formaggere e oliere palesemente riciclate

 

Troppo piene è evidente che c’è stato un travaso, troppo vuote si vede che sono state già usate.

Ne ho viste anche di bicolore: formaggio giallino e stantìo sotto, fiocchi soffici e candidi sopra. Per non parlare del deposito che si crea sotto la coppetta. Una mescolata, una spolverata, et voilà le fromage!

7. Mancanza di condimenti e accessori

Il trend attuale è sicuramente quello di mangiare insalatina scondita, però conosco gente che ha perso anni di vita vagando per la sala in cerca di una bottiglia d’olio.

E poi gli stuzzicadenti, questi sconosciuti. Non fosse altro che per giocarci e distruggerli mentre si chiacchera a fine pasto.
Ah già, ora però ci sono gli smartphone.

8. Odiose micro-boule per l’insalata

Va bene che molti, appunto, la preferiscono scondita. Però rimane un mistero il motivo per cui spesso l’insalata viene servita in recipienti in cui non si riesce a mescolare senza spargere fogliame dappertutto.

Qualche fantasioso ristoratore ha trovato però un escamotage: servirla su un normale piatto da portata. Cosa non si fa per risparmiare.

 

9. Decorazioni invadenti

La mia crociata personale contro l’uso indiscriminato dell’aceto balsamico sta pian piano raccogliendo nuovi adepti. Lo trovo dappertutto, così, a sorpresa. Una volta, giuro, c’erano delle gocce di glassa al balsamico accanto al mio flan di cioccolato.

E poi fiori secchi, spennellate variopinte, sciroppi esotici. Ben venga l’estro artistico dello chef, per carità. Però attenzione a non fare delle decorazioni uno degli ingredienti principali del piatto.

 

10. Caffè pessimo

 

Un altro mistero dei ristoranti è la provenienza di certe discutibili miscele da quattro soldi che vengono spacciate per caffè.

Un ristorante non è una caffetteria, direte. E poi è colpa della macchina, è il fatto che se ne fanno pochi e bla bla bla.

Almeno, però, impariamo a servirlo come richiesto.

Tanto tutti si accorgono che il ragazzo in prova, davanti al vassoio con i suoi bei dieci caffè ormai freddi, quando gli diciamo “a me quello lungo, grazie”, dentro di sè sta canticchiando ambarabaciccicoccò.

[Crediti ! Link: Dissapore, immagini: Dan Gentile]

 

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