da: Cronache del Gusto. Michele Pizzillo scrive
(Stefano Pisani sindaco di Pollica, Dario Cartabellotta e Giorgio Calabresi)
All’ Expo, al cluster Bio-Mediterraneo il presidente d ella Confederation of Egyptian European Business Associations (Ceeba), Alaa Ezz, ha invitato in po’ di esperti ad un evento che ha chiamato “MedDiet – Dieta Mediterranea e valorizzazione dei prodotti tradizionali” e che ha avuto l’obbiettivo prima di parlare del futuro della dieta mediterranea, poi di sottoscrivere la dichiarazione su questo importante regime alimentare e, infine, di fare del cluster Bio-Mediterraneo l’istituzione permanente di MedDiet.
Insomma “possiamo dire che adesso anche la dieta mediterranea ha il suo piano di gestione così come obbliga l’Unesco a tutti i beni che ha messo sotto la propria tutela”, sintetizza Dario Cartabellotta che del cluster allestito ad Expo ne è il responsabile. E’ arrivato, quindi, il momento decisivo per diffondere i principi fondamentali stabiliti da Keys dopo anni di ricerca nel Cilento, visto che a Milano è stato deciso di fare un marchio MedDiet per i ristoranti, promuovere la dieta mediterranea attraverso i partner della sponda Nord e Sud dato che Egitto, Libano e Tunisia hanno chiesto di essere associati ai paesi (Italia, Grecia, Spagna e Marocco) che nel 2010 avevano chiesto all’Unesco di iscrivere la dieta mediterranea nell’elenco del patrimonio culturale dell’umanità che poi sono diventati sette con l’aggiunta di Cipro, Croazia e Portogallo.
L’ambizioso progetto presentato a Milano, della durata di tre anni, ha richiesto un finanziamento di 4,49 milioni di euro da parte dell’Unione Europea tramite lo “strumento europeo di vicinato e partenariato”. I pilastri su cui poggia il progetto portato avanti da 13 partners pubblici di sei paesi (Italia, Grecia, Spagna, Egitto, Tunisia e Libano) coordinati dall’Unioncamere di Roma, sono: creare un sistema di conoscenza condiviso della dieta mediterranea; portare avanti un processo di educazione nelle scuole, agli operatori e al consumatore finale; mettere a punto una formazione e una normativa per proteggere il patrimonio del sistema alimentare codificato da Keys nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo. Il messaggio che arriva dal cluster Bio-Mediterraneo di Expo è che con questi presupposti il progetto MedDiet può contribuire a migliorare la sostenibilità dei modelli di consumo alimentare del bacino basati sulla dieta mediterranea quale patrimonio comune; avere una maggiore consapevolezza sull’importanza delle abitudini alimentari e sui vantaggi derivanti da una corretta alimentazione soprattutto per quanto riguarda i bambini e i giovani in un’ottica di prevenzione di malattie e salvaguardia della salute; incentivare il know-how tra agricoltori, produttori alimentari e ristoratori nel proporre un autentico marchio di dieta mediterranea. Tutti principi facilmente raggiungibili, se c’è la buona volontà, però.
L’evento di expo, che è stato portato avanti per una settimana, è stato concluso da uno show cooking di dodici chef, presenti nei sei chioschi allestiti nella piazzetta del cluster, per permettere di assaggiare i vari modi di interpretare i principi della dieta mediterranea.