Fino a poco tempo fa era un orgoglio riuscire a “passare” dalla trattoria al ristorante. L’aumento dei conti e la crisi indicherebbero oggi un andamento opposto.
Diverse testate indicano infatti un ritorno verso la trattoria tradizionale e sono anche state create Associazioni di Trattorie, che si sono date delle regole: tra queste il “chilometro zero” o le filiere corte, talvolta il biologico, sempre la conduzione familiare e l’atmosfera di una casa e i cibi di una volta; infine i prezzi sotto ai 50 euro.
Voi ne conoscete? Nel caso fatemelo cortesemente sapere. Perché a me pare che, tanto per conquistare i genati dall’eleganza di un locale, vogliano trovare Trattorie o Osterie, ma che trovino invece dei ristoranti semplici, che però della trattoria hanno sono solo sbiadite fotocopie in fatto di arredi e servizio. Ad un occhio appena attento è spesso evidente che le forniture, anche semilavorate, vengono effettuate presso un market all’ingrosso a “chilometri pochi”… Conoscete in zona un allevatore di conigli? O chi produce e/o vende i suoi ortaggi ai ristoratori ?
Comprensibile la fornitura dei market, diversamente come potrebbero, tra l’altro, stampare una carta, obbligatoria per legge…?! Ma le vogliamo chiamare trattorie?
Ognuno ha il proprio spazio e il proprio cliente, la famigliola con i bambini che, “educati” all’italiana, girano tra i tavoli facendo oh!.. ma anche ah! eh! ih! ad altro. (mentre le madri, senza girarsi tiritereggiano “Matteo smettila vieni qui!” ), la compagnia berciante e casinara etc…, avventori tipo che solitamente rifuggono comprensibilmente i locali eleganti dove dovrebbero comportarsi diversamente.
Sere fa ho cenato, appunto in un locale siffatto, ma anche tranquillissimo. Un posto corretto e consigliabile, dove ho trovato in tavola diverse materie prime standardizzate e anche un sale particolare che è distribuito in zona solo da un grossmarket per ristoratori. Non avranno certamente comprato solo quest’ultimo… Il conto è stato: Coperto € 1 + antipasto € 8 + primo € 9 + secondo di pesce € 13 + dessert € 4. In totale 35 euro. Sono i loro prezzi di sempre e credo non possano proprio “fare di meno”.
A seconda della occasione può essere piacevolissimo anche un locale così, lindo e modesto, con servizio di semplice impersonale cordialità. Fermo restando che oggi, con 50 euro (anche meno) si può cenare in ristoranti stellatissimi che con la crisi hanno abbassato i prezzi ma non la qualità… Un esempio: Sarri, a Imperia, ha un menu serale completo a 36 euro, con ambiente e servizio di primordine… Io dico che è anche il momento degli stellati a prezzi ribassati!