da: Italia a Tavola
“Cinque motivi per schifare TripAdvisor anche questa estate”. È questo il titolo del vademecum stilato da Luciano Pignataro sul suo blog. Dal problema dell’anonimato e delle recensioni false fino alla mancanza di controlli da parte di TripAdvisor, dalle scarse competenze dei recensori improvvisati fino alle classifiche inattendibili, il giornalista e critico gastronomico delinea in sintesi quali sono i motivi per cui non si dovrebbe utilizzare il noto sito di recensioni online e fare affidamento sui giudizi pubblicati.
Riportiamo qui di seguito il testo e l’immagine dell’articolo di Luciano Pignataro.
“ 1-TripAdvisor non garantisce l’identità di chi scrive recensioni con il chiaro intento di favorire la rissa e le critiche false. In questo modo a criticare un locale sono spesso proprio gli altri ristoratori che operano vicino e che lo vivono come concorrenza.
2-Il 99 per cento delle critiche non riguardano il cibo ma il servizio o i prezzi. Entrambi sono aspetti importanti, ma non definitivi per inquadrare un locale nel suo complesso.
3-TripAdvisor ha dimostrato di essere perforabile perché non dotata di una redazione che filtra adeguatamente i commenti, tutto è affidato ai soliti algoritmi matematici. Clamoroso il caso della burla dei ristoratori che si sono inventati piatti inesistenti lo scorso anno.
4-La stragrande maggioranza dei recensori di TripAdvisor non hanno esperienze di cucina che vadano al di là di pochi locali di prossimità e sono privi di ogni visione nazionale e internazionale sulle tendenze che indirizzano la gastronomia. Lo rivela le critiche sulla scarsa “abbondanza” dei piatti.
5-I filtri di TripAdvisor mettono insieme locali di diverse tipologie in una sola classifica. Non a caso è rarissimo vedere ai primi posti ristoranti che sono ben apprezzati dalla critica nazionale e internazionale. ”
Riportiamo qui di seguito il testo e l’immagine dell’articolo di Luciano Pignataro.
“ 1-TripAdvisor non garantisce l’identità di chi scrive recensioni con il chiaro intento di favorire la rissa e le critiche false. In questo modo a criticare un locale sono spesso proprio gli altri ristoratori che operano vicino e che lo vivono come concorrenza.
2-Il 99 per cento delle critiche non riguardano il cibo ma il servizio o i prezzi. Entrambi sono aspetti importanti, ma non definitivi per inquadrare un locale nel suo complesso.
3-TripAdvisor ha dimostrato di essere perforabile perché non dotata di una redazione che filtra adeguatamente i commenti, tutto è affidato ai soliti algoritmi matematici. Clamoroso il caso della burla dei ristoratori che si sono inventati piatti inesistenti lo scorso anno.
4-La stragrande maggioranza dei recensori di TripAdvisor non hanno esperienze di cucina che vadano al di là di pochi locali di prossimità e sono privi di ogni visione nazionale e internazionale sulle tendenze che indirizzano la gastronomia. Lo rivela le critiche sulla scarsa “abbondanza” dei piatti.
5-I filtri di TripAdvisor mettono insieme locali di diverse tipologie in una sola classifica. Non a caso è rarissimo vedere ai primi posti ristoranti che sono ben apprezzati dalla critica nazionale e internazionale. ”