da: La Nuova Venezia (on line)
Ristorante ebraico nega la pappa a una bimba di otto mesi Accade a Venezia, inflessibile la cameriera: «Il formaggio grana non è kosher». I genitori impietriti sono usciti e hanno cenato in trattoria.
Il ristorante Gam Gam lungo il rio di Cannaregio VENEZIA. Il Gam Gam Bar Ristorante Ebraico Kosher si trova nel Ghetto, a pochi passi dal Ponte delle Guglie. Si affaccia sul rio di Cannaregio e dispone di un plateatico. Vi si assaggiano pietanze della cucina ebraica e piatti mediorientali. La cucina “kosher ” (letteralmente adatto) rispetta le regole alimentari della Torah (insegnamento). Tra queste la netta separazione tra carne e latticini che non possono essere consumati e cucinati insieme o con gli stessi utensili. Al Gam Gam Bar Ristorante Ebraico Kosher vietano a una bimba di otto mesi di mangiare la sua pappa portata da casa e contenuta in un thermos. È successo lo scorso giovedì. A raccontare l’episodio gli increduli genitori della piccina, Antonello Scarpa e Elisabetta De Sandre di Noale. Dopo le rimostranze la famigliola se ne è andata dal locale: «La nostra figlioletta era affamata. Siamo ancora basiti». La coppia aveva prenotato un tavolo il giorno precedente (17 giugno) attraverso il sito “MiSiedo”, specificando l’età della bimba e chiesto la disponibilità di un seggiolone. Fin qui tutto bene. La signora Elisabetta spiega: «Arrivati nel locale ci hanno portato il menù e il seggiolone dove abbiamo fatto sedere la nostra piccola Ester». Erano le 19, l’ora della pappa della piccina. «Da casa dentro un thermos, come di consuetudine facciamo e fanno tutti, avevamo portato la sua cenetta. Nel mentre mi apprestavo ad aprire il contenitore si è avvicinata una cameriera chiedendoci cosa c’era dentro». Dapprima impietriti poi sorpresi i genitori hanno risposto: «La pappa al pomodoro. Con insistenza la cameriera ha continuato a chiedere: quali alimenti contiene?». Acqua, pane, pomodoro e una spruzzatina di formaggio grana. La signora Elisabetta ricorda quel momento come un incubo, la piccina aveva la bocca spalancata e cominciava a lamentarsi dalla fame. Così ricordano: «Apriti cielo! Dentro c’era un po’ di formaggio, un derivato del latte. Vietato nella cucina kosher. Conosciamo il Gam Gam. In passato, quando non c’era Ester, abbiamo pranzato alcune volte. A dir la verità pensavamo che i bimbi fossero esentati da queste regole». La preoccupazione della coppia era solo quella di dar da mangiare alla loro figlioletta: «Non sapevamo che fare. La cameriera continuava a dirci di non nutrirla dentro perché il Rabbino, che è il titolare, si sarebbe arrabbiato molto. Ci hanno proposto di contattarlo affinché facesse un’eccezione autorizzandoci ad alimentare Ester in un tavolo del plateatico. Non volevamo disturbare ulteriormente». A quel punto la famigliola ha raggiunto una vicina trattoria in Fondamenta della Misericordia: «Siamo stati accolti bene e serviti ancor di più, in particolare la cameriera cinese Lin». Ieri le cameriere del ristorante Gam Gam hanno confermato e aggiunto: «Cosa si lamentano queste persone? E’ una cosa religiosa. Le regole della cucina ebraica vanno rispettate. Inoltre non capiamo perché quei genitori hanno prenotato online con MiSiedo, un portale che non fornisce informazioni corrette. Bastava fare una telefonata al nostro locale. Infine il titolare è il Rabbino, è lui che dà i permessi. Lo abbiamo proposto a quei genitori. Hanno preferito andarsene». Ora la famigliola chiede: «L’abbiamo fatto per non creare problemi a nessuno, per rispetto e per non irritare il Rabbino. Ci piacerebbe porgli questa domanda: in un locale aperto al pubblico si può impedire a una bimba di otto mesi di consumare la sua pappa per motivi religiosi?»