Lo scorso lunedì, nella splendida cornice dei giardini del Casinò di Beaulieu, alla presenza di qualche centinaio di invitati eleganti, è stata presentata la nuova edizione 2015-2016 della Guida Petit Futé intitolata “Cote d’Azur – Escapade en Riviera dei Fiori”: 548 pagine che riguardano il territorio da Cannes a Cervo e relative valli. Il Petit Futé usce in diverse edizioni, riguardanti ognuna diversi stati e capitali del turismo mondiale. Essa è attesissima in Francia dove esce da anni, ma per la prima volta l’Edizione Cote d’Azur comprende la Riviera dei Fiori. Questo è stato possibile perché caldeggiato e realizzato dai giornalisti Pascal Loddo e Luigino Filippi, il nostro collaboratore con il quale è stata quindi facile un flash di intervista.
D. L’ennesima Guida ai ristoranti?
R. Non soltanto ristoranti. La pubblicazione indica sì alberghi e ristoranti ma, più in generale, è una Guida per meglio fruire e vivere il territorio. Ci sono mappe e informazioni in generale su come organizzare un soggiorno, trovare e fruire di trasporti, prodotti, artigiani, istituti bellezza, musei, mostre, cose da fare, shopping, prodotti del territorio, passatempi, spettacoli curiosità e molto altro.
D. Perché anche la Riviera dei Fiori?
Forse l’Editore Francese e segnatamente Isabelle Drozen (Responsabile della Guida Costa azzurra), ha capito che per i cugini Francesi, la nostra provincia è vicina e, avendo “corso meno” della Costa Azzurra nell’ultimo mezzo secolo, presenta ancora delle realtà semplici e autentiche, soprattutto nelle valli, dal Roia sino all’Impero. Luoghi dove oggi si praticano mestieri ormai pressoché abbandonati, si producono cibi di una qualità quasi introvabile altrove e dove le persone sono ancora “genuine”, anche se magari sorridono solo un giorno su tre. Ma anche questo può far parte del pittoresco.
D. Ma, non c’è più turismo dall’Italia verso la Francia?
R. Certamente! Intanto gli Italiani sono esterofili e poi, oggettivamente, chi va in Costa Azzurra trova un Paese che, per i turisti, somiglia molto a quello dei Balocchi. E si sa che il turismo vuole soprattutto il sogno … che i Francesi sono maestri nel creare. Per contro anche i Francesi più sciovinisti, stanno scoprendo che nella Riviera dei Fiori, perdonando i problemi di viabilità e parcheggio e rinunciando al superlusso dei Palace, possono albergare a prezzi che sono la metà rispetto ai francesi. La cosa vale soprattutto per i ristoranti che da noi hanno materia prima quasi introvabile in Costa azzurra e prezzi che consentono di rilassarsi!
D. C’è chi dice il contrario, riferendosi ai bistrot francesi…
R. No non è così. I migliori ristoranti della provincia di Imperia presentano menu completi dai 40 ai 70 euro. E alla carta è difficile superare i 100 euro. In Francia, per quattro portate non bastano mai 60 euro, neppure nei locali alla mano e, salendo di livello, è facile superare i 100 euro pro capite, per non parlare di quelli più “crudeli” sui 200 euro, giustificati dal lusso che porta un esercizio ad avere due dipendenti per ogni cliente. Inoltre, tra aperitivo, un vino normale, acqua, caffè, mancia adeguata e pourboir finale al voiturier che “vous à tiré une reverence” dopo avervi messo in moto l’auto, si giunge a limiti impensabili in Riviera dei Fiori.
D. Perché allora meno Francesi in Italia che Italiani in Francia?
R. E’ vero. Al sabato manca in frontiera la coda verso l’Italia … Ho l’impressione che in Francia vadano gli Italiani “ricchi”, mentre in Italia vengano i Francesi “poveri”. Probabilmente non abbiamo saputo creare uno status symbol. Per un Francese portare la “copine” in Italia “fa meno figo” che per un Italiano portare la ragazza in Francia. Ma da un po’ di tempo, si vedono qui auto francesi anche di lusso e chi viene una volta, torna sempre più di frequente, così almeno mi dicono i ristoratori …
Ecco, la collaborazione mia con il Petit Futé ha avuto questa “molla”, condivisa dall’amico Pascal Loddò in occasione di diverse “balades” in Valle Argentina, Valli del San Lorenzo, Imperia etc … Pascal ha condiviso con generosità l’entusiasmo dei Ponentini nel praticare seriamente le loro attività tradizionali e la loro sincera ospitalità. Speriamo che il Petit Futé faccia decollare, anche in bassa stagione, non soltanto il turismo dello shopping delle sei ore, ma anche quello più calmo che merita il nostro territorio.
Verissimo Bucca Sernua Terry. Forse anzi è grazie alle vallate che ancora oggi sopravvivono delle comunanze. Ad esempio, almeno una dozzina di vocaboli riguardanti il cibo, che sono completamente diversi dall’Italiano al Francese, sono invece identici tra i vari Patois d’oltralpe e i dialetti del Ponente Ligure.
Per il resto tutto il mondo è paese, tra brava gente, almeno; se si trova qualcuno comunicativo, come te, si fa presto ovunque a comprendersi …
Ma tu potresti indicarmi in Costa Azzurra ristoranti buoni, sinceri e convenienti come il tuo? Oppure ti devi accontentare dell’ambiance e del service? E pagando bene, s’intende …
Ti auguro un fine settimana di sole. LF