Il portale “La legge per Tutti” titola: “Da oggi schedato chi non paga: il libro nero dei debiti”.
“Società autorizzate da un Regolamento del garante della Privacy in via di approvazione , raccoglieranno, in archivi privati, tutte le vicende negative dei debitori, allo scopo poi di cederle a chi con questi potrebbe entrare in contatto per varie ragioni (di norma di carattere commerciale).
Abbiamo già spiegato come funziona il regolamento del Garante nell’articolo “Nascono i registri dei debitori”: attualmente il testo è visionabile sul sito dell’Autorità e aperto alla consultazione pubblica per 40 giorni.
Protesti, decreti ingiuntivi, pignoramenti, fallimenti, ipoteche, fermi auto, bilanci societari, libro soci, concordati preventivi e fallimentari, ecc.: tutto verrà conservato in registri la cui consultazione verrà probabilmente venduta per calcolare il rischio commerciale dietro ogni soggetto.
Si pensi a chi chiede un prestito a una finanziaria; o che intende pagare a rate l’acquisto di un bene; o ancora a chi partecipa a un bando di gara. Insomma, laddove la popolazione aumenta, c’è anche la necessità di conoscerne “vita, morte e miracoli”, ivi compresi i procedimenti giudiziari, i debiti non pagati e tutte le questioni che hanno riguardato il suo patrimonio.
In buona sostanza, il Garante della Privacy ha scritto un codice deontologico sulle informazioni commerciali: chi voglia intraprendere l’attività di intelligence sui “trascorsi giudiziari e debitori” dei cittadini italiani dovrà necessariamente rispettare il regolamento. In compenso, però, sono previste numerose agevolazioni. Prima tra tutte il fatto che non si dovrà fornire alcuna comunicazione o richiesta di consenso ai soggetti i cui dati vengono trattati. La società che raccoglierà le informazioni si potrà limitare a pubblicare, sul proprio sito, una informativa con cui spiega come vengono trattate le informazioni, chi è il responsabile, a chi rivolgersi per la rettifica.
L’interessato non potrà neanche chiedere la cancellazione dei propri “scheletri nell’armadio” prima di dieci anni. Circostanza che, per un certo verso, sembrerebbe anche andare contro le attuali tendenze a deregolamentare i fallimenti e i protesti dei cittadini.
Insomma, se non si riesce a far pagare i cittadini, ora si tenta quantomeno di mettere in guardia i creditori. E chissà che qualcosa non cambi…”
Per ulteriori approfondimenti il link è il seguente: