Dopo il successo mediatico mondiale del vino invecchiato nelle acque marine del golfo del Tigullio ci sono altri emuli. Pare che il fresco e l’oscurità e il “remuage permanent” naturale dei fondi marini, con la pressione dai 2 ai 3 bar, contro 1 dell’aria libera (3,5 nel bicchiere spumeggiante) siano forieri di buoni risultati.
La Maison Roederer aveva fatto altrettanto nel 2009, la casa spagnola Bajoelagua aveva prodotto le sue 5000 bottiglie di Trésor de Robinson Crosué nel Golfo di Plenzia, le 400 bottiglie di chasselas Clos de Chillon avevano dormito a 400 metri nel lago di Losanna; ed ecco che anche la casa francese Drappier ha fatto emergere 50 casse che da un anno erano immerse nella famosa baia di Saint Malò.
Tutto interessante, ma devo dire che io ho fatto una degustazione di un vino “sottomarino”, che però mi ha entusiasmato in misura inversamente proporzionale al suo prezzo sostenuto.
Ma sul piano mediatico mondiale è stato un bel colpo…