IL GIORNALISTA “TARTINARO”: su “Italia a Tavola” ho trovato l’articolo riprodotto qui sotto. Soggiungo che, i migliori scrocconi “tartinari” non mancano mai di farsi accompagnare dalla propria famiglia, meglio se numerosa e ancor meglio se allargata… Ancora recentemente un esemplare s’è presentato con un “rimorchio” di ben 7 familiari… e mi viene in mente che anni fa, ad una cena organizzata, un nessuno politicastro “molto” locale, ma vicepresidente di una pubblica azienda speciale, “imbucò in rappresentanza” il proprio giovane figlio con relativa sfitinzia…
Ecco uno stralcio dell’articolo di Italia a Tavola:
Il fantastico mondo dei “tartinari”: Pseudo giornalisti… arraffoni!
“… Ho iniziato questo lavoro, che ancora amo, nei primi anni ’90 e i miei mentori (Cesare Lanza e Paolo Mosca) mi hanno sempre insegnato che alle conferenze stampa si arriva puntuali e si va via quando inizia il buffet. Sì, avete capito bene, quando inizia il buffet, per non dover fare a gomitate e parlare con la bocca piena, magari con un console o un importante direttore di testata. Cosa diversa se sei invitato a cena, ma questa è un’altra storia.
Da anni vedo un sottobosco di pseudo-giornalisti che vantano direzioni a fantomatici giornali o inesistenti riviste, siti web o blog, presenti ad ogni evento possibile in giro per Milano. Una vera e propria organizzazione che, tra passaparola, telefono, sms, mail e social network riesce ad essere ovunque. Un modo assai ingegnoso per sbarcare il lunario pranzando e cenando “a sbafo”. Ne ho viste di ogni, in 25 anni: all’inizio erano le giornaliste d’antan al Circolo della Stampa che si riempivano le tasche e la borsa di tartine (da qui il nome “tartineuse”), poi il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale….”