Bordighera IM – MAGIARGE’- Osteria Contemporanea
Via Dritta 2 – Tel. 0184 262946
Sulla piazza con il secolare Ficus monumentale (20 metri) il parcheggione esagerato è prezioso soprattutto la sera, quando nel centro storico, che trovate dopo breve salita, aprono molti ristoranti e locali food. Salvo rare ed estemporanee eccezioni un po’ “invadenti”, la pace del borgo antico è fasciata di calma e silenzi non turbati da “truzzi” della notte. Bene, il Magiargé è situato in un vicolo dalle numerose volte, che spesso profuma di cose buone, di basilico, salvia, di rosmarino. Alla sua invitante consolle, posta subito dopo la porta d’ingresso, c’è sempre qualcuno presente pronto ad accogliervi. Il locale è costituito da diverse salette ristrutturate con gusto e mezzi, tutti gli AMBIENTI sono intimi e romantici, ai tavoli con lampade moderne e sedute con braccioli, la nuova gestione ha messo tovagliato in stoffa, la clientela modera i toni e, particolare che non guasta, c’è piacevole musica vintage in cauto sottofondo che mette d’accordo ogni generazione (Unchained melody, Strangers in the night …) senza infliggervi le cadenzate “dormie” lounge frequenti in quasi tutti i locali di tono.
La CARTA CIBI presenta innanzitutto due menu. Il MIGNON (€ 28) costituito da tre portate già individuate per tutto il tavolo ed il MENU TI FIDI DI ME (€ 48) di quattro portate selezionate dalla cucina “per scoprire Magiargé”. Seguono in lista cinque ANTIPASTI (€ 15-19) tra i quali lo Stoccafisso brandacuiun, ben mantecato con patate, aglio ed olio Taggiasca, oppure il Cappon magro genovese di pesce, rispettoso della ricetta classica, finalmente. Poi sei PRIMI PIATTI (15-20) tra i quali i Mandilli de sea (o altra pasta fresca) al pesto fatto al momento, con patate e fagiolini, oppure lo Spaghettone Mancini con pane, burro normanno e acciughe liguri da Monterosso (una volta tanto non cantabriche, finalmente). Cinque i SECONDI (€ 19-22), tra i quali il Pescato del giorno con contorno di stagione, oppure il Coniglio alla ligure in casseruola al Pigato di Albenga. Sette i DESSERT (€ 7-9) con una proposta di Formaggi di pecora, oppure la Mousse al mandarino su crumble di cacao. La carta chiude con l’indicazione del coperto di 3 euro. Lo chef-patron sa il fatto suo ed evidentemente non gioca la carta della cucina a sorpresa ad ogni costo, ma tuttavia diventa sorprendente per il “religioso” rispetto di ricette classiche, lungi dagli arrovogliamenti nei quali oggi si impantanano, tirandosela pure, presuntuosi “innovazionisti” ed astrattisti nelle quantità nei piatti.
Un record per un locale che civettuolamente si definisce “Osteria”? Eccolo: sono ben 836 i VINI IN CARTA; per ogni esigenza Qualcuno disponibile anche in mezze bottiglie e senza problemi se desiderate bere a bicchiere. I prezzi sono invitanti anzi, decisamente allettanti: gli animi liberi potranno anche abbandonarsi ad abbinamenti inconsueti, magari confrontandosi con il patron, appassionato seguace di Bacco.
Il SERVIZIO conta su nuove leve e personale storico, efficientissimi e calorosi, mentre soltanto tiepide risultano le finali ADDIZIONI, che non fanno fare gli occhi grossi, aprendo facilmente a propositi di frequenti ritorni. Che chiedere d’altro?